10568eb534abc17269f55bac87750e585e0449b4

La Storia di Melicuccà

333897abc8efc27b479cd09f26da7e534ab94bd4

Sant'Elia

ff83669096641e731b4cc0b6d2eaa4d47e24d05b

S. Elia lo Speleota nacque a Reggio nell’anno 864, ancora bambino, cadendo da un luogo elevato, perse l’uso della mano sinistra: per questo venne soprannominato monochiro (una sola mano). Forse fu questo il motivo, oltre all’incitamento di un santo monaco, che lo spinse ad abbandonare il mondo per darsi alla vita ascetica. Compiuti diciotto anni, attraversato lo stretto di Messina, si ritirò con un suo coetaneo "nella chiesa di S. Auxenio, ch’era presso la via dell’alto colle di S. Nicone" (forse l’antico monte Tauro, presso Taormina, dove, S. Nicone fu martirizzato). Abbandonato dal compagno, Elia si imbarcò su una nave e raggiunse Roma per venerare le tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Tornato in patria, conobbe Arsenio, un vecchio eremita che dimorava non lontano da Reggio, in contrada Mindino, dove esiste una chiesa dedicata a S. Elia Profeta. Da Arsenio Elia ricevette l’abito monastico e con lui, tra la fine dell’884 e l’inizio dell’885, dimorò presso la chiesa di S. Eustrazio, poco lontano da Armo (frazione di Reggio), ma poco prima dell’assalto dei saraceni alla città di Reggio (888-89) i due partirono per la Grecia dove soggiornarono per circa otto anni (Patrasso). Fecero ritorno in patria dopo la tregua tra arabi e cristiani (895-896), ma la pace

non durò molto: il 21 giugno e il 26 luglio del 901 Reggio fu messa a sacco da Abd-Allah, figlio del califfo Ibrahim-ibn-Ahmed. In quella data Elia era ad Armo e Arsenio, già morto, aveva trovato sepoltura nella chiesa di S. Eustrazio: dopo la scorreria saracena Elia uscì dal castello dove si era rifugiato (forse quello di Sant’Agata, distrutto dal terremoto del 1783) per ricomporre nel sepolcro il corpo del suo maestro. Dopo il 903, si recò nel convento che S. Elia Juniore, aveva fondato nella regione delle Saline, invitato dal discepolo Daniele perché il suo maestro, prima di morire, aveva predetto che un altro Elia avrebbe continuato la sua opera. Dopo poco, però, desideroso di condurre vita eremitica, si unì al monaco Cosma che, con il suo discepolo Vitale, abitava in una spelonca molto solitaria presso Melicuccà. L’arrivo dello Speleota alle grotte di Melicuccà coincise con un episodio di recrudescenza delle invasioni saracene sulle coste della Calabria reggina, nel corso delle quali venne distrutta Taureana, sede vescovile. Le popolazioni costiere si spostarono all’interno e la spelonca divenne presto troppo piccola per il gran numero di persone che, attratte dallo Speleota, si univano a lui per menare vita monastica. Scoperta una seconda grotta molto più ampia, con l’aiuto di un uomo molto pratico di nome Cosma, i monaci provvidero a trasformarla in chiesa, consacrandola agli apostoli Pietro e Paolo, ed intorno ad essa nacque il monastero. Lo Speleota visse nella spelonca fino alla morte, avvenuta l’11 di settembre 960, e fu sepolto nel sepolcro che egli stesso si era scavato. La venerazione per lo Speleota ebbe un forte risveglio a metà del ‘700 in seguito al ritrovamento delle ossa del santo e ad una prodigiosa sudorazione della sua immagine (24 maggio 1754), di cui fu redatto un verbale dal notaio Carmine Fantoni, conservato presso l’archivio notarile di Palmi. Scipione Careri attesta che nel 1757 S. Elia era considerato Patrono di Melicuccà e ciò è confermato dallo stemma municipale (calice con sciame di api) che è certo ispirato a un episodio narrato nel bios del santo, dove si spiega che il calice è l’allegoria della grotta e le api la moltitudine di monaci che da esso vengono attratti.

90a90e7579b14e195e4f77572411276face73f7f
Sant'Elia.Ingresso grotta di Sant'Elia.Interno della grotta.Icona Sant'Elia.
10568eb534abc17269f55bac87750e585e0449b4