Secondo un'antichissima credenza, popolare, era possibile trasmettere il malocchio ad una persona anche solo facendole un complimento "la docchjatura". Si tratta di un curioso sortilegio, praticato con lo sguardo o le parole, derivanti da malcelata invidia verso la persona che si lodava. Esso causava al "docchjato": forti mal di testa, nausea, dolori di stomaco, sonnolenza e una serie di sfortunati eventi. A Melicuccà, per liberarsi dal sortilegio veniva effettuata, "la passatura". In ogni quartiere vi era qualcuno capace di scacciare il malocchio, tramite il rituale antichissimo e segreto "du piattu", che veniva tramandato solo a pochissime persone durante la notte di Natale. Consisteva nel far passare sopra la testa del "docchjato", mentre in silenzio veniva recitata una formula misteriosa, un piatto con dell'acqua. Poi l'esperto, aggiungeva un pizzico di sale e intingeva il mignolo nell'olio e ne versava alcune gocce nel piatto. Se si allargava c'era la "docchjatina", l'operazione poteva essere ripetuta solo un certo numero di volte in un giorno, fino a quando l'olio non restava vicino, nel qual caso si considerava "cojjiutu" il malocchio. Se non "cojjiva", il rituale veniva ripetuto in più giorni e in alcuni casi a seconda della gravità, veniva richiesto al "docchjiato" di vettere gli stressi vestiti indossati al momento della presunta "docchjatina". Alla fine l'acqua veniva buttata in un posto isolato.