XVI secolo, marmo di Carrara scolpito e dipinto. Si tratta di una statua alta 160 cm. La scultura è a tutto tondo: la Vergine, regge col braccio sinistro il Bambino, dai capelli ricciuti, il volto girato verso i fedeli e che tiene nella mano destra una mela e sulla sinistra un uccellino (in epoca medievale, giocare con un uccellino legato alla zampa era un passatempo diffuso per i bambini. Dante, infatti, annotava:
Vedremo li parvuli desiderare massimamente un pomo; e poi, più procedendo, desiderare uno augellino. È del tutto naturale, dunque, che Gesù abbia tra le mani un uccellino che assume un significato particolare quando si tratta di un cardellino o di un pettirosso inquanto simboli della Passione).
Secondo alcuni studiosi la statua potrebbe essere la Madonna dell’Idra.
Essa poggia su uno scannello esagonale le cui tre facce anteriori sono bassorilievi raffiguranti l’Angelo Annunciante, la Madonna col Bambino e la santa Casa di Loreto sorretta dagli Angeli e la Vergine Annunciata.
Molto probabilmente questo era parte della statua della Madonna di Loreto, a cui era dedicata la Chiesa e andata perduta nel terremoto del 1783.
È attribuita a Gian Battista Mazzolo, appartenente alla corrente toscano-carrarese.
I componenti in cerca di nuove committenze si spinsero in Sicilia e Calabria. La corrente introdusse lo stile Rinascimentale con opere d'arte sacra e profana che spaziano dai monumenti celebrativi a quelli commemorativi. Il Mazzolo è annoverato nell'elenco del "Privilegium marmoraris et fabricatoribus", circa la scultura e gli artisti operanti in Sicilia a cavallo del XIV, XV e XVI secolo.
Attivo dal 1513, come scultore a Messina dove, risulta a capo di una fiorente attività. L'abbondante produzione della sua bottega rivaleggiava in quantità con quella dei Gagini, di cui forse fu allievo e riguardava sia committenze della Sicilia Orientale che della Calabria. Fu particolarmente attivo nella realizzazione di elementi scultorei architettonici. Lavorò anche al portale del Duomo di Messina.
Le sculture erano spesso opere ripetitive su modelli di Francesco Laurana o Domenico Gagini, anche se sono state individuate influenze del Sansovino e alcuni spunti della cultura manierista.